Stampante digitale o stampante a trasferimento termico, come scegliere?

Stampante digitale o stampante a trasferimento termico, come scegliere?

Stampa di etichette in modo pratico, veloce ed efficace

Stampare etichette o codici a barre è un’esigenza fondamentale per qualsiasi azienda di produzione.

Le etichette contengono informazioni importantissime, specifiche e variabili in relazione al tipo di settore industriale al quale afferiscono. Un’azienda del campo viticolo-enologico avrà bisogno di inserire sull’etichetta della bottiglia di vino determinati dati, ad esempio sul tipo di uva usata, sulla temperatura ideale per servire il vino, dove e quando è stato imbottigliato e magari quali note floreali lo catterizzano; molto diverse saranno le etichette di un prodotto farmaceutico, che magari saranno composte da una serie di codici imposti per legge e che quasi sicuramente riporterà la data di scadenza e il lotto di produzione del farmaco.

Ancora diverso saranno, infine, le etichette adesive di corrieri e spedizionieri, che normalmente, oltre a presentare le informazioni di consegna/spedizione del collo, sono intellegibili solo a macchinari e operatori del settore, poiché composte da una serie di codici alfanumerici che vengono letti ed interpretati da un software barcode appositamente programmato, capace di immagazzinare le informazioni e comunicarle al server preposto. 

Ogni etichetta rappresenta, quindi, un piccolo mondo a sè, con la sfera di informazioni e codici che racchiude, e la tecnologia della stampa ha seguito modifiche, evoluzioni e cambiamenti, proprio per rispondere degnamente alle risposte particolareggiate del mercato. 

Capire come scegliere la stampante per etichette o la stampante per barcode più adatta alle proprie esigenze di stampa può spaventare i neofiti ed anche rendere la vita difficile anche ai più navigati.

Proprio per questo Mr Label è lieto di fare chiarezza e supportare chiunque abbia bisogno di trovare una risposta alla propria richiesta di etichette adesive o barcode.

Prima di analizzare i differenti tipi di stampanti e capire quale potrebbe essere la stampante per etichette idonea ai propri bisogni aziendali, forse è meglio fare un passo indietro e comprendere effettivamente com’è fatta un’etichetta. 

Com’è fatta un’etichetta adesiva?

Guardandole su una confezione, su un pacco o su un qualsiasi altro oggetto, le etichette possono sembrare tutte uguali, ma in realtà ogni etichetta è diversa l’una dall’altra.

E quest’ovvissima premessa non è tale solo perché ogni etichetta può appartenere a differenti marchi o prodotti, o perché magari ci sono numeri di un codice a barre che può variare, ma proprio perché tra di loro le etichette sono differenti.

I dati da analizzare quando si parla di etichette sono diversi: innanzitutto, la forma e dimensione, quanto grande, lunga, larga è l’etichetta stessa. Che tipo di angoli ha, è un altro dettaglio importante: ci sono etichette bianche con angoli squadrati, lineari, mentre altre con angoli arrotondati, ed altri ancora che non hanno angoli visibili, poichè il foglio è tagliato senza lasciare spazi vuoti tra un’etichetta e l’altra.

stampanti-etichette-barcodeIl lato estetico di un’etichetta, quello più visibile, comporta ovviamente un’infinita possibilità di varianti e unicità, legate alla creatività e personalità del brand di cui l’etichetta è un prolungamento visibile, che non si può definire a priori.

Colori, tipi di font, presenza di elementi e grafiche originali… lo spazio per la fantasia, pur nel piccolo recinto dell’etichetta, è pressoché illimitato. Idem dicasi per i colori che contraddistinguono le etichette, che dipendono dalla sensibilità artistica e da ragioni promozionali stabilite dall’azienda per quello specifico prodotto. 

Tutta questa parte dell’etichetta, colorata, riconoscibile e ben visibile, è quella che possiamo chiamare “parte fissa” dell’etichetta, quella che normalmente si ripete su tutti i prodotti di una stessa serie.

A questa parte, però, se ne aggiunge un’altra, sicuramente meno “attraente” a livello visivo ma non meno importante: stiamo parlando della “parte variabile” dell’etichetta, quella con le informazioni specifiche non di una gamma di prodotti ma di quello specifico. 

Nella parte variabile dell’etichetta sono riportati, per esepio, i dati di produzione, il lotto, il codice identificativo dello stabilimento, la data di scadenza, e il codice a barre del prodotto stesso.

Una parte più fredda a livello estetico dell’etichetta stessa, ma assolutamente non meno importante: basti pensare a settori come quello alimentare o cosmetico, in cui chiunque può facilmente riconoscere o aver fatto esperienza diretta della rilevanza delle informazioni in questa parte dell’etichetta.

Da questa suddivisione delle etichette dipende anche una differenziazione delle stampanti e della metodologia per creare il prodotto finale, in cui, spesso, una non esclude l’altra, ma si integrano in modo complementare. Vediamo nel dettaglio i vari tipi di stampanti. 

 

Stampanti a trasferimento termico e ribbon 

Chi lavora nell’ambito della produzione avrà sicuramente avuto modo di usare o sentir parlare di stampanti a trasferimento termico. Questa tecnologia di stampa, che dà il suo meglio nella stampa di codici a barre, barcode e scontrini di varia natura, esiste già da un po’ di anni ed è rimasta sostanzialmente invariata nel tempo. Parliamo degli anni ‘70 quando le stampanti a trasferimento termico hanno fatto il loro ingresso, ormai di incontrastato successo, nel mondo della produzione e del labelling. 

Come funziona una stampante a trasferimento termico? 

All’interno di una stampante a trasferimento termico, di qualsiasi marchio e modello sia, troveremo sempre due motorini, uno che spinge il ribbon, il nastro contenente l’inchiostro che verrà applicato sull’etichetta, e uno che invece muove il rullo di etichette. Il nastro ribbon, il cui funzionamento ricorda quello della carta copiativa, è un nastro ricchissimo di inchiostro, il quale, passando sotto la testina di stampa attraverso i dot riscaldati (da qui il nome del processo, “trasferimento termico”), si scioglie, rilasciando l’inchiostro nei punti giusti, andando così a comporre le informazioni dell’etichetta.

Questa metodologia di stampa presenta diversi vantaggi: il più evidente di tutti è la sua essenziale semplicità, che la rende veramente ideale per completare le informazioni sulle etichette a fine ciclo di produzione. Se pensiamo a un qualsiasi ciclo di produzione, infatti, possiamo ben immaginare a un processo complesso che si evolve su più step. Al termine di questo processo, la fase di etichettatura non può che essere leggera, rapida e il più semplice possibile: permettere alla merce di partire una volta che è pronta, è fondamentale. 

L’essenzialità del processo di etichettatura deve essere garantita anche in caso di manutenzione, motivo per il quale le stampanti termiche sono molto facili da sistemare in caso di guasto o di inceppamento, sia per assicurare una facile risoluzione del problema che per facilitare e sveltire il lavoro degli operatori che seguono questa fase alla fine del ciclo di produzione. 

Il massimo dell’applicazione per le stampanti termiche si trova nella stampa di barcode e codici a barre in generale, i quali si possono sia apporre sia su etichette adesive bianche, prive di orpelli e contenenti solo questo tipo di informazioni, oppure su etichette colorate o graficate, in cui, nella parte cosidetta variabile, il ribbon va ad ultimare le informazioni relative al prodotto. 

Le stampanti digitali 

Le stampanti digitali sono macchine decisamente più sofisticate delle stampanti termiche e dalla storia molto più recente.

La stampa digitale ha segnato una sorta di rivoluzione nel mondo delle etichette a colori, permettendo di ridurre moltissimo le tempistiche delle stampe a colori e raggiungendo livelli di definizione praticamente impeccabili. 

Con una stampante digitale è possibile ottenere una riproduzione pressoché identica di un file di immagine, magari anche carico di dettagli e sfumature Non solo: una stampante digitale permette di avere tante etichette graficamente differenti in quantitativi anche minimi o addirittura uno per.

Chiaramente, questo tipo di stampa, così accurata e specifica, ha dei costi nettamente diversi, dovuti anche al costo vivo delle materie impegate: i toner della stampanti digitali hanno un costo nettamente superiore ai ribbon e nastri termici che usano invece le altre stampanti. Questo significa che difficilmente operazioni di stampa così particolareggiate possano applicarsi a grossi quantitativi di etichette.

Come scegliere la stampante di etichette giusta? 

Le differenze tra le due tipologie di stampanti sono abbastanza evidenti,  ma questo non significhi che una tipologia di stampa non possa essere integrata all’altra. 

Fondamentalmente, per optare per uno o l’altro approccio, bisogna avere ben chiaro che tipo di servizio ci si aspetta dalla propria stampante di etichette.

Se la propria esigenza è relativa alla stampa di codici a barre e barcode in grandi quantità, la scelta può ricadere senza timore sulle stampanti a trasferimento termico, che in questo campo eccellono e permettono una grande ottimizzazione in base a costi/tempistiche.

Se, invece, si necessita di stampare un numero relativamente basso di etichette, magari cariche di colori e di dettagli visivi, il consiglio è quello di dirigersi verso le stampanti laser, digitali o inkejet. 

La risposta, quindi, non è tanto quale sia la miglior stampante, ma qual è la propria necessità: in base a quella ci si può dirigere verso una o l’altra tecnologia di stampante.

Guarda tra le tante proposte e soluzioni di Mr Label sullo store online: puoi trovare facilmente la stampante di etichette e barcode più indicata alle tue esigenze con un risparmio in termini di costi!

Ancora indeciso sulla scelta delle stampanti? Contatta il team di Mr Label per un consiglio specializzato!

Mr Label Scritto da Mr Label